Nasrudin trova un sacchetto di monete, le tiene con sé e alla prima occasione ne compra un cavallo e in più una bellissima sella. Tutti quelli che lo incontrano lo salutano con reverenza e qualcuno lo saluta con “uomo fortunato, beato te”. Ad un certo punto il cavallo si imbizzarrisce e scaraventando Nasrudin per terra scappa.
Nasrudin così ha una gamba rotta ed è senza cavallo e senza sella, in più nessuno pare volerlo salutare.
Un giovane gentile e buono però si ferma per soccorrerlo appena lo vede e chiede al Mulla dell’accaduto.
“Vedi”, – gli dice Nasrudin, – “la fortuna e la sfortuna sono punti di vista. Un’ora fa ero fortunato ad avere un cavallo e una sella, poi a causa dello stesso cavallo ero in disgrazia e impedito e ora grazie a quel cavallo ti ho conosciuto”.
Un bellissimo racconto. Intelligente ,porta a riflettere e nello stesso tempo ti fa capire che non esiste ne fortuna ne sfortuna,siamo noi a creare qualsiasi cosa sia.
Concordo appieno il suo commento ed aggiungo che è molto importante in che modo “osserviamo” le situazioni; con umiltà ed obbiettività abbiamo maggiori possibilità di coglierne il “significato”.